Dal volume terminale del ponte Bagration prendono forma una serie di piazze terrazzate che rappresentano l’elemento fondante della proposta del progetto. Una prima piazza, lievemente in pendenza ed “abbracciata” da un colonnato monumentale unisce i nuovi edifici cingendoli interamente. Il colonnato si adagia dolcemente verso la cupola trasparente della Duma anch’essa avvolta da una scalea che scandisce i differenti accessi al complesso edilizio. Oltre la cupola della Duma, una nuova piazza è improvvisamente contrappuntata dalla sagoma della copertura del giardino d’inverno, che appare come la bocca di un cratere che collega in verticale gli spazi aperti e il primo piano interrato.
I due edifici proposti sono il completamento volumetrico della piazza; la loro forma è plasmata dalla medesima matrice generativa. I volumi si modellano dinamicamente aprendosi come un ventaglio. La composizione degli spazi aperti viene quindi ribadita dai corpi edilizi che suggeriscono con gli sbalzi drammatici dei solai un articolazione spaziale a livelli multipli. Il tema dell’edificio alto, solitamente immaginato come un oggetto isolato, viene interpretato come l’occasione per realizzare un sito dove la relazione fra i diversi elementi ne è il carattere distintivo.
Collaboratore: Alberto Papini